Elvira Keller è nata e cresciuta a Napoli. Dopo essersi diplomata si dedica all'apprendimento delle tecniche ceramiche in diverse botteghe. Consegue una specializzazione in Arte della Maiolica presso l'istituto Ballardini di Faenza: qui si stabilisce e apre il laboratorio dove tuttora esercita la sua professione. Grazie alla sua competenza e saper fare partecipa a mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. La sua personalissima poetica è ispirata allo spazio cosmico, alla natura con contaminazioni architettoniche.

Ci racconti la sua storia.

Sono nata e cresciuta a Napoli, dove ho incontrato la ceramica a 16 anni grazie a una ceramista che teneva corsi per chiunque volesse avvicinarsi a questo mestiere. Da lì, mi sono immediatamente “innamorata“ così tanto che per i miei diciotto anni mi sono fatta regalare un mini fornetto da tenere in casa, dove ho iniziato a sperimentare. Nel frattempo, dopo il diploma, sono andata per un anno in una bottega a imparare il mestiere. Anno dopo anno ho affinato la tecnica e trovato il mio modo per esprimermi, e oggi eccomi qui.

Il mio lavoro parte quasi sempre dalle mie mani, che seguono le immagini nella mia testa

Lavorare con l’argilla mi ha sempre dato una sensazione di centratura, sono una persona molto mentale e quando mi sporco le mani con l’argilla e la lavoro, riesco a perdermi in essa.

C'è una persona o un episodio che ha influito nella sua scelta di diventare ceramista?

Per un anno ho frequentato una bottega in cui affiancavo la proprietaria nelle fasi del lavoro imparando con gli occhi e con le mani a fare ceramica. Mi affascinava vederla lavorare l’argilla. Inoltre, in quello studio c’era sempre gente che frequentava corsi di ceramica, di disegno e di pittura. È proprio lì che ho capito che volevo fare questo nella vita. Poi ho scoperto il Museo delle Ceramiche di Faenza e sono andata subito a visitarlo, scoprendo poi la scuola. Ho così deciso frequentare il corso di perfezionamento in arte della maiolica a Faenza all’Istituto d’arte G. Ballardini.

Qual è la fonte di ispirazione delle sue opere?

Il mio lavoro parte quasi sempre dalle mie mani, che seguono le immagini nella mia testa, spesso influenzate dalle costruzioni umane e della natura che si trasformano in opere tridimensionali o in grafica. Non progetto quasi mai, non amo particolarmente disegnare, preferisco vedere quello che si forma dalle mie mani quasi per accrescimento spontaneo.

Cosa prova quando si "sporca le mani"?

Lavorare con l’argilla mi ha sempre dato una sensazione di centratura, sono una persona molto mentale e quando mi sporco le mani con l’argilla e la lavoro, riesco a perdermi in essa, provo una sensazione di calma ancestrale/primordiale.

Qual è l'opera più stravagante realizzata?

Probabilmente l’opera più stravagante è una delle mie ultime, “Vasi Comunicanti”. L’opera è formata da un insieme di elementi che si incastrano l’uno nell’altro, creando un unico percorso che fluisce, appunto come nei vasi comunicanti. È realizzata utilizzando differenti tecniche e differenti terre e racconta dell’unione e della convivenza di culture diverse che coesistono.

C'è un momento che ricorda con particolare emozione?

Non un solo momento, ma piccoli momenti che si susseguono nell’arco della giornata. Sicuramente è molto emozionante il momento in cui apro il forno e sono soddisfatta di quello che vedo, ed è altrettanto emozionante essere ringraziati da un cliente a cui hai venduto un’opera di cui si è innamorato e a cui tenevi particolarmente. Ricordo però uno dei momenti più emozionanti, quando sono entrata per la prima volta in quello che sarebbe poi stato il mio studio: ho sentito che quello sarebbe diventato il mio posto.

Cosa vorrebbe dire a un giovane che vuole avvicinarsi al mondo della ceramica e dell'artigianato in generale?

Tutti gli anni accolgo degli studenti nella mia bottega, Erasmus dall’estero, stagisti e tirocinanti dall’Italia e a tutti cerco di insegnare la determinazione, la pazienza, la disciplina, che senza dubbio ci vogliono per padroneggiare quest’arte; allo stesso tempo credo sia fondamentale lavorare nella gioia, trovare la propria strada che è unica come noi.

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