Quanto influenzano il suo lavoro le sue radici andine e afro-caraibiche?
Molto. Sono cresciuta in un mondo fantastico, reinventato nella quotidianità attraverso le fiabe raccontate da un padre caraibico e una madre andina, influenzata dalla ferrea religione cattolica e dalle superstizioni sciamaniche. Questo Realismo Magico lo porto nel sangue, ma è grazie all'incontro con il Mediterraneo che le mie radici emergono, si arricchiscono e si combinano alla cultura europea.
Qual è la differenza principale tra fare ceramica in Italia e in Colombia, dove è cresciuta?
Fare ceramica in Colombia significa tessere un legame con la tradizione e la materia, mentre in Italia si lavora senza confini definiti, combinando l’artigianato con il il design contemporaneo: forse qui sono riuscita ad avere libertà completa di espressione creativa.
Da dove viene l’ispirazione per le sue opere? Viene da storie vere e storie magiche. Da ricerche etnografiche ispirate ai due mondi fra due mari, Europa e America Latina.
Le sue sculture sono fortemente evocative. Cosa vuole comunicare con il suo lavoro?
Il fatto è che quando fai quello che ti piace e lo fai con passione, riesci a comunicare facilmente messaggi che con le parole sarebbero difficili da trasmettere e comprendere. Vorrei infondere magia e bellezza. Sono convinta che le mie forme, i colori che impiego e la loro traslucenza, permettano a chi li guarda di conoscere delle storie nascoste: di vedere magia e bellezza, che sono in realtà già dentro di noi; spero che lo spettatore si senta sereno, spensierato e capace di affrontare la realtà del quotidiano. La nostra esistenza umana è fatta di frenesia, notizie negative, paure. A questo mira il Realismo Magico, che è centrale nel mio lavoro: investire di magia le cose reali, perché ognuno di noi hai il potere divino di immaginare la realtà meglio di com’è, e di manifestarla.
Quali sono le fasi di realizzazione di un’opera? Qual è la sua tecnica prediletta?
Le fasi di lavoro sono tante e lunghe, richiedono pazienza e amore per un materiale difficile e allo stesso tempo bello com’è la porcellana. Preferisco lavorare modellando a mano, e prediligo la porcellana colorata. Comincio da un racconto che evoca colori, forme, perfino odori e suoni. Poi viene la fase di progettazione, utilizzando matite colorate, acquerelli, carta piegata e modellata.
Poi realizzo a mano gli stampi e i controstampi per ogni pezzo.
Questo processo può richiedere anche mesi di lavoro. Si procede poi a realizzare i supporti in grès, che serviranno a cuocere le opere ad alte temperature. Questa è solo la fase di progettazione. Successivamente, si passa alla preparazione degli impasti di colore e dei disegni Nerikomi, o degli abbinamenti per l’intarsio. Questa fase di preparazione dei materiali richiede altre due settimane di lavoro. Infine si procede alla creazione vera e propria del pezzo, che avviene modellando lastre di porcellana, a volte utilizzando stampi, a volte no. In questa fase si realizzano tutte le piccole parti che compongono il pezzo, come foglie, aghi o frammenti. Questo processo richiede da quattro giorni a una settimana. Una volta terminata la costruzione e assemblate tutte le parti, si procede con l’asciugatura, che necessita dai quindici giorni a un mese di tempo. Si eseguono poi due cotture, una “biscotto” a bassa temperatura; si rifinisce il pezzo e lo si cuoce una seconda volta; si conclude con la rifinitura finale e la lucidatura. A volte è necessaria un'altra fase, che prevede l’applicazione di oro o metalli e che comporta una terza cottura.
Ha appena ottenuto il titolo MAM – Maestro d’Arte e Mestiere (settembre 2024), riconoscimento biennale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte a maestri artigiani che si distinguono per talento, saper fare e altissima competenza. Com’è stato ricevere questo riconoscimento?
Per me ha significato molte cose allo stesso tempo: in primis l’onore di sentirsi degna di un riconoscimento così importante sul piano professionale. Specialmente perché proviene da un ente riconosciuto a livello nazionale e internazionale e che possiede il merito e la rispettabilità di concedere un titolo di così alta categoria. Rappresenta anche la responsabilità di portare avanti un mestiere meraviglioso e unico, e di dover mantenere alta, anzi di migliorare ancora, la qualità del mio lavoro, per continuare a meritare di far parte di questo gruppo di Maestri. Inoltre, ed è la cosa più importante, durante la cerimonia ho conosciuto tante persone di valore e uniche, ho stretto nuove amicizie e condiviso con loro la mia e la loro storia. Alla fine è come sentirsi parte di una grande famiglia, guidati e sostenuti da un’altra famiglia, la Fondazione Cologni.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Il primo progetto che voglio realizzare è una nuova serie di pezzi fra scultura, decorazione e istallazione contemporanea. Sto anche progettando qualche nuova mostra e altre iniziative in partenariato con altri maestri artigiani.