Ugo La Pietra

Neoeclettismo. Storia di un nuovo modo di pensare e progettare di Ugo La Pietra ha un valore molto speciale, anche dal punto di vista storico e documentario, soprattutto perché si propone di colmare un grande vuoto di conoscenza rispetto a un periodo storico (tra gli anni ottanta e novanta) durante il quale un’intensa attività di sperimentazione e ricerca hanno prodotto appunto un nuovo modo di pensare e progettare, con grandi conseguenze di cui possiamo ancor oggi apprezzare i molti e duraturi frutti nella cultura progettuale e nel saper fare contemporanei.

Neoeclettismo. Storia di un nuovo modo di pensare e progettare è il terzo titolo di Ugo La Pietra in questa ormai storica collana della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte con Marsilio.

Racconta l’autore: “Il Neoeclettismo, opponendosi ai vecchi pregiudizi e proibizioni autoritarie, connesse con la concezione del moderno come sistema libero da certezze, ha dato accesso al ‘paradiso perduto’ della memoria, ma ha fatto molto di più: attraverso la liberazione dai vecchi pregiudizi ha dato a una generazione il coraggio di esprimersi liberamente...”.

Della sperimentazione neoeclettica sviluppata in quel periodo tanto denso di riflessioni e pratiche l’autore mette in luce l’assenza di una vera e propria tendenza stilistica, in favore di un “atteggiamento progettuale” innovativo e gravido di conseguenze per il futuro.

Il volume, prima organica ricostruzione dall’interno di questa ricchissima stagione creativa, si avvale di contributi molto importanti e numerosi di noti storici del design, docenti e progettisti, che hanno vissuto il Neoeclettismo in prima persona dando un loro contributo di idee e di opere all’interno dei grandi eventi del tempo. Di questo periodo offre una densa testimonianza anche il ricco e in gran parte inedito apparato iconografico del libro, insieme alle schede e al regesto che raccolgono la messe di pubblicazioni, mostre, convegni, rassegne tematiche, a cura di Simona Cesana.

“Questo volume”, scrive Franco Cologni nella sua Prefazione, “vuole invitare i lettori a riscoprire la bellezza e la meraviglia che nascono dall’incontro tra visione e gesto, tra contemporaneità e storia, tra sogno e progetto, per veicolare in maniera efficace quei valori d’eccellenza sui quali la Fondazione Cologni da sempre punta, al fine di creare una nuova generazione di maestri d’arte e di designer, reciprocamente consapevoli delle proprie qualità e delle loro prerogative”.