Come si realizza un progetto di decorazione d’interni su misura?
Il primo passo è costituito dall’analisi dello spazio e delle sue caratteristiche: la pianta, la luminosità, la destinazione d’uso, gli elementi architettonici caratterizzanti, e così via, insieme all’ascolto dei desideri del cliente o del progettista.
Su queste premesse viene poi studiato un progetto attraverso bozzetti, visualizzazioni 3D, fotomontaggi e moodboard. Una volta condiviso e approvato il bozzetto, si sviluppa l’esecutivo necessario alla messa in opera.
C’è qualche artista o maestro artigiano che apprezza particolarmente?
Moltissimi! Studio costantemente l’arte antica: dai grandi del Rinascimento italiano alla pittura romana, fino ai decoratori bolognesi del ‘700. Apprezzo anche tanti decoratori contemporanei, le mie collaboratrici in primis, tutte bravissime, tra cui cito per diritto di anzianità solo Greta Gallia, Alice Zaninetti, Valeria Brigliano, Giulia Lavina, Melinda Forfori. Ho molta stima per Idarica Gazzoni e Elena Carozzi. Apprezzo anche realtà come de Gournay o Fromental, che sviluppano prodotti di alto artigianato.
Ad oggi com’è organizzato il laboratorio? Ha dei collaboratori che la assistono nel lavoro?
Il nostro laboratorio è in continua crescita, oggi siamo 12 persone fisse e altrettanti collaboratori a progetto. Abbiamo progettisti, decoratori che si occupano della realizzazione e un reparto amministrativo.
Qual è il progetto più importante, o più stimolante, che ha realizzato finora?
Ho avuto la fortuna di realizzare molti progetti stimolanti. Questa domanda mi mette in crisi! In questo momento sono impegnata nella realizzazione di specchi dipinti con una speciale tecnica antica, e questo mi coinvolge molto sotto il profilo sperimentale. Sto lavorando anche a una grande decorazione con delle enormi piante per un vano scala di un palazzo a Roma.
Con Chiara, la mia socia, ricordiamo sempre un lavoro “mitico” che abbiamo svolto, la decorazione del resort Monastero a Pantelleria, fatta con Barbara Frua e Fabrizio Ferri.
Come si coniugano tradizione e innovazione nel suo lavoro?
È qualcosa che faccio quotidianamente su vari livelli: sul piano creativo, provo a tradurre le decorazioni antiche con gusto contemporaneo. Sul piano tecnico, cerco di innovare i processi e le lavorazioni avvalendomi anche delle nuove tecnologie, ad esempio applicativi per disegno digitale, tagli laser per gli stampi, in alcuni casi la stampa digitale, o la scansione; ma anche dei nuovi materiali in continua evoluzione. Senza mai dimenticare lo studio delle tecniche antiche, come il verre églomisé, che consiste nell’applicazione di un disegno o della foglia oro o argento sul retro di un pannello di vetro.
Nel 2023 ha ospitato nel suo atelier la tirocinante decoratrice Soé Astuquipan Leo, nell’ambito del progetto “Una Scuola, un Lavoro” di Fondazione Cologni. Com’è stata questa esperienza di collaborazione tra maestra e giovane apprendista? Porta avanti altre attività per la formazione dei giovani e la trasmissione delle sue conoscenze?
È stata una bella esperienza. Soé ha una mano delicatissima ed è molto sensibile. Inoltre, il fatto che sia peruviana e quindi appartenente a una cultura diversa dalla nostra rende la collaborazione ancora più stimolante.
Nel nostro atelier e in cantiere svolgiamo costantemente un lavoro di formazione. Una delle cose più stimolanti e belle è sicuramente avere l’opportunità di vivere tra creativi in un continuo scambio di idee e competenze. Se alcuni possono offrire l’esperienza, altri aggiungono freschezza e innovazione. Nel lavoro non si finisce mai di evolvere e non so chi, tra il maestro e l’allievo, impari di più!