La nostra attività nasce nel 1986 quando, dopo esserci incontrate e formate attorno a un interesse comune (ovvero la tessitura), decidemmo di farne un progetto d’impresa dando vita al Laboratorio “La Tela di Ginesi e Varagona”.

Quali percorsi formativi avete seguito?

Patrizia Ginesi, la mia amica e collega, ha conseguito il Diploma all’Accademia delle Belle Arti di Macerata, e si è quindi interessata a questa esperienza per il suo carattere artistico.
Io (Maria Giovanna Varagona), ultimati gli studi di Servizio Sociale, ho operato presso comunità terapeutiche e di riabilitazione, percependo l’importanza del saper fare come occasione di riassetto del proprio essere. La tessitura è stata uno spunto in questo senso.

In questa attività siete molto legate alla cultura del vostro territorio?

Il procedimento tessile denominato a “liccetti”, quello che utilizziamo, rappresenta autorevolmente la tradizione tipica tessile del territorio. Si è infatti sviluppato in particolare nell’area dell’Appennino umbro-marchigiano a partire dal XIV secolo.
Questa metodologia permette la produzione seriale di motivi decorativi; al tempo si usava per impreziosire paramenti liturgici e tovaglie d’altare, con i tipici ornamenti in blu / turchino sui lembi cadenti. L’importanza del procedimento a liccetti sta nella trasferibilità dell’intero programma, prassi che ha permesso la conservazione dell’allicciatura del disegno antico fuori dal telaio, in modo inalterato. I telai dell’800 e inizio ‘900, sui quali lavoriamo, rappresentano paradossalmente una geniale innovazione nel campo della tessitura artistica per la sostenibilità dei tempi di produzione nel rapporto qualità-prezzo.
Noi crediamo che nel nostro settore l’obiettivo sia l’educazione e l’espressione delle proprie capacità a fini creativi, produttivi, ma anche e soprattutto culturali… un Paese proiettato in avanti deve voler tutelare la propria memoria storica a beneficio del territorio.

Un Paese proiettato in avanti deve voler tutelare la propria memoria storica a beneficio del territorio

Oltre alla produzione, quali sono le attività che praticate?

Periodicamente organizziamo corsi di tessitura manuale, con varie tipologie di telai utili a ciascun livello di corso, tra quello di base e il professionale. È presente una piccola “aula verde” per eventuali dimostrazioni di tintura naturale. Siamo collegati al Sistema Museale della Provincia di Macerata e alla Rete Museale della Regione Marche per cui ospitiamo un turismo culturale al quale proponiamo esperienze interattive di laboratorio.

Quali sono le prospettive per il maestri d’arte nella società globalizzata?

È necessario sfidare i processi di globalizzazione bilanciando il progresso tecnologico con il rispetto della tradizione, facendo leva sulla peculiare memoria storica del nostro territorio, riproponendola come progetto economico originale, creativo, educativo.
Il Maestro d’arte, nella realtà della comunicazione globalizzata, rappresenta un messaggio di sfida e di speranza, un valore aggiunto in mancanza del quale si determinerebbe la sconfitta di qualsiasi modello produttivo. Oggi le prospettive sono forse migliori di vent’anni fa, quando iniziammo il nostro cammino, in quanto ora più che mai si avverte diffusamente la necessità di riappropriarsi delle radici che ci identificano come parte di una storia. La globalizzazione è un processo utile e importante solo nella misura in cui agisce nel rispetto di ciascuna identità culturale.

Voi fate parte del progetto “Marche eccellenza artigiana” promosso dalla Regione Marche per valorizzare, promuovere e tutelare le tradizioni del territorio. La considerate un’iniziativa importante?

La riteniamo un’importante iniziativa per proteggere e rilanciare l’artigianato artistico e tradizionale, puntando sull’alta qualità e soprattutto sulla sua riconoscibilità. Siamo così inseriti nei circuiti turistici ed economici del territorio come azienda fortemente radicata nella tipicità e nella cultura locale, ma anche in grado di confrontarsi artisticamente con le esigenze innovative del mondo contemporaneo.

Quali sono le passioni che vi ispirano e vi motivano?

Il traguardo raggiunto alcuni mesi fa, con l’apertura del Museo Regionale della Tessitura, ci ha dato grande soddisfazione. Fin dagli esordi di questa attività la nostra filosofia si è tradotta nel recupero della tradizione (con la tessitura a liccetti) e nell’attenzione alle materie prime utilizzate: molti dei telai sono originali e i materiali naturali.

Avete degli assistenti? Come vivono i giovani questa professione?

Non abbiamo assistenti, ma avendo formato per tanti anni persone capaci e autonome nel settore, a più livelli di competenza, se avessimo la necessità di un aiuto sapremmo a chi rivolgerci. Certamente, a livello istituzionale se chi legifera fosse davvero a conoscenza del valore profondo che rappresenta l’artigianato artistico tipico e tradizionale per una Nazione che rischia di perdere la propria identità, probabilmente si terrebbe conto di quanto questa sia differente da qualsiasi altra piccola o media impresa e ci sarebbero opportunità più ampie per i giovani, che , per la nostra esperienza, manifestano in questo settore grande interesse.

Quali sono le maggiori difficoltà o disagi che percepite nel vostro settore?

La difficoltà maggiore per noi è quella educativa. La gente spesso non percepisce la qualità, non conosce i processi produttivi che portano ad evidenti differenze di prezzo fra prodotti, non s’informa se questi sono conformi a principi eco ed equo sostenibili, non è sensibile a quanto viene proposto con attenzione verso il risparmio energetico…molto spesso ha fretta, non si ferma a pensare, non è educata a scegliere…