La Fonderia d'Arte Massimo Del Chiaro si trova a Pietrasanta, in provincia di Lucca. Massimo Del Chiaro e suo figlio Roberto ci hanno raccontato la storia dell'azienda e il segreto per cui artisti di fama internazionale scelgono la loro Fonderia per la realizzazione delle loro opere.

Quando ha iniziato la sua attività e che tipo di percorsi formativi ha seguito?

Ho iniziato a lavorare nel 1949 nella Fonderia Artistica Vittorio Lera di Viareggio; avevo finito la quinta elementare e mio padre conosceva il proprietario della fonderia. A quell'epoca per entrare in bottega e imparare il lavoro bisognava pagare il proprietario dell'azienda, ma essendo il proprietario un amico di mio padre arrivarono ad un accordo: non avrei pagato, ma non avrei ricevuto nessuno stipendio. Dovevo darmi da fare per imparare il lavoro: rubavo con gli occhi il mestiere, perché in quegli anni nessuno t'insegnava niente. Alla fine sono diventato capo fonderia a diciott'anni. Rimasi a Viareggio per circa tredici anni, poi mi trasferii a Pietrasanta: anche lì ero a capo di una fonderia. Ma non sempre i proprietari delle aziende volevano seguire i miei consigli! Nel 1967, in seguito alle richieste di vari prestigiosi Scultori Liguri, aprii la mia fonderia a Genova, perché proprio lì, a quel momento, non essendoci alcuna concorrenza del settore c'era più lavoro: ci sono rimasto per dieci anni. Nel 1977 tornai a Pietrasanta, chiamato a dirigere, come capo fonderia, una fonderia artistica locale. Anche in questo caso, i proprietari non condividevano le mie idee di sviluppo e così, nel 1980, ho fondato la Fonderia d'Arte Del Chiaro a Pietrasanta.

Vengono da noi perché sanno che trovano un prodotto di altissima qualità e che li seguiamo in tutte le fasi della produzione: dall'idea/bozzetto fino alle più complicate finiture ed installazioni.

L'ispirazione penso che venga dalle nuove sfide che nascono ogni giorno, quando il cliente ci commissiona qualcosa che sembra impossibile, e noi invece riusciamo a realizzare.

Come gestisce il rapporto tra tecnica della mano e la creatività della mente?

La tecnica che usiamo noi si chiama "Cera persa" e tanto per intenderci è l'autentico metodo che usavano i Greci, gli Etruschi, i Romani per i loro bronzi. Questo vuol dire che la nostra tecnica è immutata da secoli, anche se adesso lavoriamo in condizioni molto più sicure e abbiamo materiali e tecniche molto diverse per realizzare i bozzetti.

Le sfide più grandi vengono anche dalla nostra committenza che ci richiede sculture molto grandi che, per poter essere eseguite, richiedono ai nostri ingegneri la progettazione e la realizzazione di armature specifiche; un esempio è quello di un cavallo alto 5,5 metri con tanto di Cavaliere in groppa, recentemente realizzato completamente in bronzo, che si regge in posa rampante su una zampa sola.

La porta del Bonanno Pisano (Sec. XII) installata nel Duomo di Pisa, risalente al 1186, anche detta la porta di San Ranieri, collocata nel transetto destro del Duomo di Pisa, inserita in un portale databile al tempo dell'esecuzione della facciata del Duomo le cui imposte bronzee narrano in venti formelle i principali episodi della Vita di Cristo, era sotto controllo dalla Sovrintendenza perché iniziava a presentare dei segni di cedimento: era l'unica porta scampata all'incendio della fine del '500. Noi siamo riusciti a farne una copia perfettamente identica in ogni minimo dettaglio e metterla in opera, rispettando i severi canoni della Sovrintendenza, posizionandola esattamente nello stesso identico punto in cui era collocata la Porta Originale. Adesso è davvero difficile rendersi conto della sostituzione!

E il suo rapporto con le nuove tecnologie?

La tecnica di fusione "a cera persa" che utilizziamo qui è in realtà l'autentico metodo di fusione per il bronzo più antico che si conosca. Nonostante il metodo sia millenario, grazie all'esperienza accumulata negli anni sono riuscito ad ideare e brevettare una miglioria al procedimento di fusione, la quale mi permette di poter fondere statue, in un'unica colata di bronzo, alte fino a due metri e mezzo. Anzi, diciamo pure che è l'unica tecnica artigianale che lo permette. Invece, per la realizzazione dei modelli ingranditi dai bozzetti, delle Opere che ci vengono commissionate dagli stessi Scultori, abbiamo pensato di inserire la possibilità di elaborare i disegni attraverso specifici software computerizzati che realizzano modelli in plastica o poliuretano, ma abbiamo preferito rimanere fedeli alla nostra manualità continuando a realizzare i modelli con l'antico metodo delle misure con i compassi e le masse modellate delle sculture riprodotte in argilla. Gran parte dei nostri committenti sono gli Artisti stessi: sono loro che vengono a supervisionare i modelli ingranditi in creta e gli altri passaggi verso la fusione e sono sempre loro che attraverso la modellazione diretta del bozzetto o della cera effettuano le ultime modifiche prima della fusione vera e propria.

La sua clientela è composta solo da artisti?

Per il 90% i nostri clienti risiedono all'estero, vengono qui a seguire la produzione. La maggior parte sono artisti di fama internazionale, che sono legati a questo territorio per la quantità e la qualità di laboratori artigianali che lavorano le materie come bronzo e marmo. Chi viene a luglio a Pietrasanta, verso l'ora di pranzo può incontrare molti artisti nella piazza del paese: per esempio, capita sovente di incontrare Fernando Botero, per il quale abbiamo realizzato molte sculture. Noi siamo legati a questo territorio perché qui c'è la nostra casa. Non ci sono molte persone che conosco a fondo quest'arte come la conosciamo qui da noi, forti dell'esperienza accumulata in tutti gli anni di lavoro.

Quindi sono i clienti che vi vengono a cercare?

E' la qualità del nostro lavoro che li spinge a farlo. Vengono da noi perché sanno che trovano un prodotto di altissima qualità e che li seguiamo in tutte le fasi della produzione: dall'idea/bozzetto fino alle più complicate finiture ed installazioni. Abbiamo lavorato con Botero che chiede di avere il bronzo liscio come se fosse vetro, con Brixel artista svedese per cui abbiamo realizzato una figura in bronzo di quasi otto metri, completamente sbalzata in avanti che si regge ed appoggia con un solo piede a terra. Abbiamo scelto di non investire soldi in fiere e pubblicità, ma concentrarci sempre sul nostro lavoro e lasciare che sia lui a "farci pubblicità".

E le istituzioni in che modo sono presenti nel vostro ambito?

Purtroppo in nessun modo, anzi diciamo che ci sono sempre dei nuovi ostacoli. Per formare un operaio che possa essere autonomo in fonderia ci vogliono almeno otto anni, di cui cinque di apprendistato. Una volta il periodo di apprendistato si pagava all'azienda: adesso molti ragazzi non hanno la passione per il lavoro, ma pensano solo a quanto guadagnano.

Quale passione la muove allora? Dove trova l'ispirazione?

La passione è sempre la stessa, quella per il mio lavoro e l'amore per lo stesso. L'ispirazione penso che venga dalle nuove sfide che nascono ogni giorno, quando il cliente ci commissiona qualcosa che sembra impossibile, e noi invece riusciamo a realizzare.