Nel magnifico cortile del Richini di Palazzo Litta, illuminato ad arte da Viabizzuno, il pubblico è accolto dalla monumentale opera site-specific TIME, realizzata dal maestro milanese dell’arte delle pietre e dei metalli Gianluca Pacchioni, che ha collaborato con l’impresa artigiana veronese Girasole Pietre Naturali, specializzata nella ricerca e nella lavorazione della pietra, raccogliendo il prezioso patrimonio della tradizione territoriale locale. L’artista artigiano, vero demiurgo erede della tradizione rinascimentale, ha potuto qui esprimere, con la potenza plastica che connota le sue opere, la forza e l’intensità dell’azione creativa, che scaturisce dall’incontro fra arte e ispirazione, talento e originalità, nel segno di un grande saper fare artistico e tecnico.

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Al servizio di una riflessione densa di significati sul tema affascinante del Tempo. Tutto ha preso avvio dalla ricerca della pietra speciale: uno stupefacente blocco di onice verde, rosa e bluette, battezzato evocativamente “Odyssey”, di ben 5 tonnellate, arrivato a Milano dal Medio Oriente dopo un lungo e intenso viaggio. Federica Sala, curatrice e appassionata conoscitrice dell’opera di Pacchioni, racconta: «In quelle quasi cinque tonnellate di onice mediorientale non ci sono solo i settemila chilometri che il blocco ha percorso per arrivare nel cortile di Palazzo Litta, ma ci sono milioni di anni di cristallizzazione di sali e di silicio provenienti da tempi a noi sconosciuti…. Ma se fosse sola materia saremmo davanti al lavoro di un geologo invece che a quello di un artista. Ecco quindi che l’artista interviene in mezzo a questo sommerso specchio terreste della volta celeste emersa. Con un buco. Un vortice. Una porta verso l’altrove. Un invito a buttarsi nell’infinito o, per meglio dire, a percorrerne i limiti permessi dall’odierna conoscenza. Un buco che è un imbuto temporale, nel quale c’è una via d’ingresso ma anche una via d’uscita. E nel mezzo il mistero, sul cui orizzonte sottile cammina in punta di piedi l’artista».

 

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