Abbiamo parlato con Yoshimi Azuma riguardo la sua esperienza come ceramista indipendente.

Il tuo lavoro è influenzato dagli studi a Parigi? E Kyoto? In che misura?

L’esperienza vissuta a Parigi è molto importante per il mio lavoro attuale. Confrontandomi con gli altri paesi, ho subito notato che la cultura giapponese è unica, e ho riflettuto sulla mia identità. Ora ho una maggiore considerazione di Kyoto – la mia città natale - e sono più orgogliosa della sua cultura. Credo che la tecnica tradizionale della ceramica Kiyomizu sia presente nelle mie opere.

Come sono stati gli inizi, una volta terminati gli studi? Hai incontrato delle difficoltà?

Essendo una ceramista indipendente, devo fare tutto da sola, e occuparmi anche delle attrezzature e degli spazi. Se non lavoro, non si muove nulla. Ho imparato a partire da zero, avanzando per gradi. Per quanto riguarda l’arte della ceramica, le attrezzature e gli spazi sono difficili da trovare.


Essendo una ceramista indipendente, devo fare tutto da sola, e occuparmi anche delle attrezzature e degli spazi. Se non lavoro, non si muove nulla.

Lavorare la ceramica è come coltivare le piante. Bisogna essere in sintonia con il tempo e le stagioni.

Quali sono i canali di promozione della tua attività?

Le esposizioni, gli ordini dei clienti in negozio, le vendite su commissione.

Ti ritieni più artista, artigiana o in equilibrio tra le due definizioni?

È difficile rispondere. In ogni caso, il mio stile è personale, è qualcosa che ho creato da sola. Curo le mie opere con grande attenzione. Tutti gli oggetti, a prescindere dalla tipologia, sono realizzati con la stessa sensibilità. In questo modo riesco ad essere sia artista che artigiana.

Quali passioni ti guidano, ti ispirano o ti motivano?

Sono sempre ispirata dalla grande bellezza della natura.

In che modo gestisci i rapporti sempre più complessi tra tecnica e creatività?

Lavorare la ceramica è come coltivare le piante. Bisogna essere in sintonia con il tempo e le stagioni. Anche se la mia mano e il mio cuore sono pronti, non posso creare quando la terra è improduttiva. Mi sento come un agricoltore, dunque il mio non è un approccio cerebrale. Vivo in armonia con la natura.