Quali sono i materiali che usate maggiormente?
Il materiale che usiamo di più è la pelle, che noi scegliamo personalmente, in base alla morbidezza, alla durezza, alla provenienza. Molti anni fa eravamo noi, in bottega, a dipingere le pelli; oggi le scegliamo dopo un’attenta analisi e ricerca, per avere la migliore qualità.
Come coniuga tradizione e innovazione nel suo lavoro?
Sono convinto che la tradizione per un artigiano, e soprattutto nella legatoria, sia fondamentale. Ogni tipo di legatura ha un suo stile, un tratto distintivo che permette di riconoscere la legatoria italiana da quella francese, per esempio. L’innovazione nel mio mestiere può essere apportata da designer e architetti, che possono progettare con una visione moderna e contemporanea, valorizzando il “marchio di fabbrica”, che rende il made in Italy famoso nel mondo.
Come avviene il restauro di un libro?
Noi restauriamo le copertine e le legature dei libri ed è fondamentale che l’intervento di restauro si veda. Restauriamo dal “diario di famiglia” alla Summa Teologica di San Tommaso del 1600. L’attenzione al dettaglio, la minuzia di intervento, il tipo di pelle e tutte le operazioni necessarie a far “rivivere” un libro sono tutti fattori che incidono sul restauro, dalle tempistiche alla resa finale. I tipi di intervento, inoltre, dipendono anche dalle caratteristiche dell’edizione, dal materiale usato, dall’anno di edizione. Si può agire in parte o del tutto, oppure a volte il libro è talmente compromesso che non si può fare granché.
Qual è la vostra clientela?
Il nostro lavoro è riconosciuto in Italia e all’estero, la nostra clientela è formata da privati, collezionisti o estimatori del bello e del ben fatto. Noi seguiamo il cliente in tutti i passaggi della realizzazione. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con grandi committenti: Beretta, Motta, Campari, Tina Turner, che è anche venuta in negozio qui a Milano, Anna Wintour.
Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere il mestiere dell’artigiano?
Essere artigiano non è semplice: bisogna essere artieri, economisti, comunicatori, saper stare al passo con i tempi veloci della digitalizzazione. Ma la soddisfazione di vedere un’opera realizzata dall’inizio alla fine con le tue mani, il volto del committente a opera ultimata e il fatto che il tuo lavoro venga riconosciuto, non ha prezzo. Amore, spirito di sacrificio e dedizione sono ingredienti fondamentali. Ai giovani direi: fate del vostro lavoro la vostra passione.