Dal 1980 Filippo Villa porta avanti un percorso familiare nato nel 1876 con Benvenuto Villa, Maestro orafo e artigiano eccellente. Questa tradizione continua con la creazione di modelli esclusivi, eseguiti magistralmente dal miglior staff di artigiani della città. Nel 1995 Filippo Villa decide di rilanciare per primo l’uso dei gemelli da polso, entrati nella storia del costume dal XVIII secolo e dimenticati in questi ultimi 20 anni. Per la sua perizia, la sua passione e l'indiscusso saper fare, Villa viene insignito nel 2018 del Premio MAM-Maestro d'Arte e Mestiere di Fondazione Cologni.

Ci racconti la sua storia.

Quando ero piccolo ricordo che un tramviere mi chiese cosa volessi fare da grande, erano anni in cui fare l’astronauta era la risposta più gettonata. Io ero la voce fuori dal coro e risposi che avrei voluto fare il gioielliere. Sono stato un bambino molto vivace e un ragazzino ribelle, così a 16 anni venni cacciato dal collegio e mandato in Canada a studiare inglese. Di ritorno dal mio “esilio disciplinare” iniziai a fare il garzone in laboratorio e il fattorino per la gioielleria. Frequentai il GIA-Gemological Institute of America e nel 1978 divenni il primo gemmologo italiano. Quando rientrai dimostrai di aver fatto miei la conoscenza del valore di mercato al di fuori della realtà milanese e quel savoir faire necessario per questo mestiere a contatto con i clienti del negozio.

Quando si ha a che fare con la natura e con un lavoro artigianale, si parla sempre di qualcosa di originale: ogni pezzo che viene creato nel nostro laboratorio è a suo modo unico.

La maggior parte dei nostri clienti è affezionata a noi da tanti anni. Si susseguono le generazioni, ma noi siamo sempre qui, nello stesso posto da una cinquantina d’anni e c’è sempre lo stesso profumo.

Qual è la sua fonte di ispirazione?

Ho accumulato, sfogliato, studiato, memorizzato e fatto miei tutti i più grandi cataloghi di aste dal 1950 in poi, che tuttora compongono la mia libreria e rappresentano la mia memoria storica. Gli oggetti del passato sono stati la mia ispirazione: Louis Cartier è stato il mio riferimento, tanto che la sua biografia scritta da Hans Nadelhoffer è stato il primo libro che divorai. Come tutti, all’inizio non avevo uno stile mio, ammiravo Bulgari, disegnavo su progetti di papà e continuavo a viaggiare per assorbire stili, mode e tecniche differenti: ora posso dire di aver affinato la tecnica e il "tratto" Filippo Villa è ben riconoscibile e apprezzato.

Come avvengono ideazione, progettazione e realizzazione di un gioiello?

Spesso sono le pietre stesse a suggerirci il gioiello che nascerà, ci facciamo guidare dal cuore, dall’emozione che suscitano il colore, il taglio particolare, la profondità. Raramente quando acquistiamo abbiamo già in mente ciò che nascerà. A volte le gemme “decantano” in cassaforte finché le idee maturano, altre volte immediatamente l’impulso del disegno prevale e con uno schizzo solamente il nostro laboratorio esperto realizza esattamente ciò che volevo. Il taglio morbido di una pietra suggerisce una montatura più sinuosa, quello più squadrato qualcosa di geometrico. In altri casi invece l’ispirazione proviene dalla natura, dall’architettura, dalla moda, da oggetti in asta o da sguardi nei cassetti dei nostri modelli storici, che vengono rivisitati in chiave moderna. In questo caso, si cerca la pietra adatta ad essere protagonista dell’idea e il nostro laboratorio fa il resto compiendo la magia.

Cos'è l'originalità per lei? Cosa deve avere un gioiello per essere tale?

Quando si ha a che fare con la natura e con un lavoro artigianale, si parla sempre di qualcosa di originale: ogni pezzo che viene creato nel nostro laboratorio è a suo modo unico. In natura non esisteranno mai due pietre identiche e persino uno stesso modello lavorato da due orafi diversi non sarà mai uguale. Il lavoro dell’artigiano è per sua natura unico e irripetibile. Un gioiello nato dalle mani di un uomo, il fatto stesso che non sia perfetto, emoziona in maniera totalmente differente e sarà sempre meno freddo di un oggetto replicabile, impeccabile realizzato industrialmente.

Qual è il suo tipo di clientela?

La maggior parte dei nostri clienti è affezionata a noi da tanti anni. Si susseguono le generazioni, ma noi siamo sempre qui, nello stesso posto da una cinquantina d’anni e c’è sempre lo stesso profumo. Credo che questo li conforti, li faccia sentire a casa. Sanno di poter trovare da noi l’emozione di poter creare il loro gioiello da zero, come fossero in una sartoria. La clientela milanese si evolve, ora i figli dei clienti che parlavano con me anni fa chiedono delle mie nipoti che si occupano del negozio. Si crea un legame che va al di là dell’esperienza d’acquisto e spesso chi è di passaggio entra anche solo a salutare e fare quattro chiacchiere. Abbiamo anche clienti stranieri attirati dalla moda, dal design, dall’arte, a riprova che il Made in Italy affascina sempre.

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