Elio Cristiani è un ceramista milanese specializzato nella tecnica Raku. Dopo un passato come direttore marketing, affascinato sempre di più dal mondo della ceramica, decide di cambiare vita e far diventare questa passione una professione. Oggi nel suo laboratorio milanese realizza oggetti molto particolari, come i pennelli da barba in Raku, e tiene corsi di Raku, Gres, Paper Clay, Kintsugi.

Qual è la sua storia?

Il mio incontro con la ceramica Raku avviene nel 2008, nel laboratorio dell’artista toscana Mara Funghi. Inizialmente nel suo laboratorio ho potuto coltivare questa passione solo nei periodi di vacanza, successivamente questa passione è diventata qualcosa di più importante e ho, seriamente, iniziato ad abbracciare l’idea di far diventare la ceramica il mio lavoro.

La sua formazione si è svolta in tutt’altro ambito. Come è passato dall’economia aziendale alla ceramica?

Prima di intraprende questo importante passo ero direttore marketing di un’azienda alimentare, dove ho potuto mettere a frutto la mia laurea in Economia e Commercio conseguita presso l’Università Bocconi di Milano.

La passione per la ceramica è però cresciuta in me in maniera sempre più prepotente e, grazie al fondamentale sostegno di mia moglie, da sempre la più fervida estimatrice delle mie creazioni, a un certo punto ho deciso di dare una svolta radicale alla mia vita lavorativa, ma ancor prima personale, facendo diventare la ceramica la mia nuova professione.

Attualmente gestisco due laboratori a Milano dove, oltre a realizzare le mie creazioni, conduco corsi di ceramica Raku, Paper Clay, Tornio e Kintsugi.

Cos’è la ceramica Raku?

La ceramica Raku è una tecnica di cottura giapponese del XVI secolo. Nata per la realizzazione delle tazze destinate alla cerimonia del the, ha poi trovato altri impieghi, soprattutto dopo l’arrivo in Europa, che ha dato il via ad una contaminazione con la cultura occidentale.

La peculiarità di questa tecnica di cottura è l’utilizzo del fuoco che, insieme agli altri elementi fondamentali terra, acqua e aria, permette di ottenere dei risultati non sempre prevedibili e, dunque, irripetibili e unici. Per taluni, l’impossibilità di governare tutti gli aspetti di un processo può apparire un limite, ma se si mantiene la mente e il cuore aperto, il Raku ti permette di capire che le più grandi sorprese e opportunità della vita possono scaturire proprio da accadimenti che non possiamo controllare fino in fondo.

I pennelli da barba realizzati a mano sono la sua peculiarità. Ci racconti come è nata questa curiosa passione.

Mi sono avvicinato all’universo della rasatura tradizionale grazie a un caro amico che me ne aveva parlato con grande competenza ed entusiasmo. Vi ho trovato subito una grande affinità con il mio modo di interpretare il mondo della ceramica: l’attenzione al particolare, la cura dei dettagli, il riappropriarsi di un ritmo del tempo più lento per assecondare una propria passione.

Così è nato il progetto dei miei pennelli da barba in ceramica Raku. Oggetti unici e inediti destinati ad un pubblico esclusivo fuori da ogni schema di riferimento.

Realizzati interamente a mano, ogni pezzo è numerato e accompagnato da un certificato di autenticità.

Qual è la sua clientela?

I miei clienti si dividono in due categorie. Da un lato, appassionati di pennelli da barba che desiderano arricchire la loro collezione con un esemplare unico realizzato artigianalmente; dall’altro persone che scelgono i miei pezzi per fare dei regali ai propri cari e che vogliono, con la scelta di un oggetto così ricercato, raccontare qualche cosa di loro stessi.

Uno degli aspetti della sua attività sono i corsi per giovani artigiani che tiene nel suo laboratorio. Pensa che le nuove generazioni possano essere interessate a intraprendere questa attività?

Certamente si. La ceramica è un materiale che si presta perfettamente a dare spazio alla propria creatività artistica. Ma non solo, grazie a una sua rilettura in chiave più moderna si possono individuare molteplici punti di contatto soprattutto con il mondo del design e dell’architettura.