Com'è fatto un corsetto? Perché le tue clienti lo scelgono?
Un corsetto è un indumento composto da vari pezzi di tessuto uniti con canaline al cui interno ci sono stecche piatte o a spirale (io uso le seconde, più costose ma più resistenti per le loro proprietà elastiche). Personalmente amo i corsetti con tante cuciture verticali, perché trovo che le linee verticali stiano bene sul corpo. Poi ogni corset maker ha il suo gusto, ma la cosa per me fondamentale è che il capo sia perfetto in ogni centimetro. Se per qualsiasi ragione una cliente dovesse scucire un mio corsetto troverebbe anche all'interno della fodera linee di cucitura perfette.
Perché si compra un corsetto?
Alcune mie clienti mi contattano con un'idea precisa: “voglio questo corsetto da indossare sotto un tubino” oppure “voglio un corsetto che mi dia questa o quella forma”. Mi piace molto dare una forma al corpo, ma senza costringere ossa e torace. Non sono un medico ma so che le donne di oggi non sopporterebbero di portare un capo storico: si sentirebbero male. Nessuno oggi ha il vitino di inizio Novecento, perché all'epoca la biancheria era diversa. Oggi portiamo indumenti a vita bassa, mentre all'epoca portare il corsetto tutti i giorni cambiava la fisionomia delle “parti molli”.
Per questo alcune mie clienti scelgono le mie creazioni: per regalarsi un altro aspetto. C'è chi li indossa giorno e notte, per cui devo creare corsetti perfettamente confortevoli.
Quali sono le regole per portare un corsetto senza soffrire?
Do sempre delle regole a chi acquista un corsetto: non bisogna abbuffarsi, ad esempio, e se si indossa tutti i giorni bisogna fare tanti piccoli pasti durante la giornata. Se un giorno ci si sente molto gonfi o è una giornata troppo calda, meglio non indossarlo.
Quando lo si porta bisogna sempre sentirsi a proprio agio. Fino al 1930 era un capo intimo usato da tutte le donne: basta saperlo usare.
Com'è composta la tua clientela?
Ho avuto clienti dai 17 ai 68 anni, uomini e donne. Dalla signora che vuole stringere la vita per indossare un tubino o un abito elegante, alla ragazza che vuole un corsetto sofisticato per uscire la sera, alla sposa che vuole una biancheria speciale per la prima notte (realizzo anche reggiseni, slip, reggicalze...), o che vuole un corsetto per il suo abito da sposa, tanto è vero che spesso mi affidano la creazione di tutto l'abito. Oppure ci sono uomini che vogliono nascondere un girovita molto abbondante, o avere una vita più femminile. Mi diverto a collaborare con molte performer di burlesque, per le quali creo costumi di scena estrosi ed esclusivi.
Realizzo capi da sfilata per alcuni stilisti, disegno e produco in taglie standard per le aziende. Lavoro anche per i negozi che propongono alle clienti il capo su misura.
Come ti fai conoscere dai tuoi clienti?
Le boutique e catene per cui lavoro sono italiane, francesi, americane: queste ultime vogliono il made in Italy, e in Italia non siamo tante a fare questo mestiere, per cui mi trovano facilmente, anche attraverso il sito. Poi il passaparola si innesca automaticamente. Anche i privati che vengono da me a Milano di solito mi conoscono in questo modo. Ho fatto fiere per anni ma ho capito che non è il mezzo giusto: i miei capi sono su misura, e preferisco avere un rapporto diretto col cliente.
Consiglieresti ai giovani di intraprendere la tua stessa carriera? Qual è il percorso formativo da seguire?
La formazione specifica non esiste. Si trovano ancora bustaie che facevano busti da signora e possono insegnare, ma solo le basi, perché i corsetti hanno una forma completamente diversa. Bisogna andare all'estero per imparare, in Francia (dove lavora il leggendario Mr Pearl), o in Inghilterra, e poi sviluppare pian piano un gusto personale.
Ho l'impressione che i giovani d'oggi non abbiano presente il valore del proprio lavoro: all'inizio bisogna farsi pagare solo i materiali, sbagliare e imparare, ma non ci si può improvvisare e pretendere di vendere. L'autocritica è fondamentale per continuare a migliorarsi.
All'inizio sono stata presa in giro perché facevo questo mestiere senza nessun diploma di moda. Ma se ci credi devi insistere, perfezionarti e farlo con passione.
Bisogna essere veloci e precisi. Se mai dovessi fare un piccolo errore disferei tutto e farei da capo: il lavoro deve essere perfetto.
Il lavoro non manca, ma è duro e non ammette alcuna pigrizia, bisogna lavorare sempre e sempre al massimo.