Sabato 10 Ottobre 2009 la Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte e la Fondazione Stradivari, nello straordinario contesto di Liuteria in Festival (Salone Internazionale degli Strumenti Musicali d’Artigianato e degli Accessori per la Liuteria), hanno promosso a Cremona una tavola rotonda su invito dedicata a La liuteria contemporanea e il suo futuro.

Un tema particolarmente suggestivo e di grande attualità, che ha preso spunto dalla presentazione del volume di Renato Meucci, Strumentaio. Il costruttore di strumenti musicali nella tradizione occidentale, recentemente pubblicato da Marsilio Editori a cura della Fondazione Cologni.

Al termine della tavola rotonda, organizzata in Santa Maria della Pietà dalle ore 18.00, si è tenuto un concerto degli allievi del Conservatorio di Musica “Alfredo Casella” de L’Aquila, che ha concluso la Settimana di Incontri con i Conservatori di Musica organizzati nell’ambito di Liuteria in Festival.

Oltre a Renato Meucci, autore del volume, musicologo e docente di Storia degli strumenti musicali presso l'Università Statale di Milano e di Storia della musica presso il Conservatorio “Cantelli” di Novara, sono intervenuti Paolo Bodini, presidente della Fondazione Stradivari; Franco Cologni, presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte; Fausto Cacciatori, presidente di CNA Lombardia; Bruno Carioti, direttore del Conservatorio “Alfredo Casella” di L’Aquila; Virginia Villa, direttore della Fondazione Stradivari di Cremona, dell'Ente Triennale Internazionale Strumenti ad Arco di Cremona e Civica Scuola di Liuteria di Milano. Ha moderato il dibattito Sara Cristaldi, caporedattore del Sole 24 Ore e responsabile dell’inserto Mondo & Mercati, dedicato alla globalizzazione e ai mercati emergenti.

La Fondazione Cologni e la Fondazione Stradivari sono state particolarmente liete di aver inaugurato con questa iniziativa un sodalizio virtuoso sul tema dell'eccellenza nei mestieri d'arte, con particolare riferimento all'attualità e alla trasmissione del sapere presso le giovani generazioni.

Costruire strumenti musicali oggi significa interrogarsi su una serie di prospettive non soltanto musicali, ma anche culturali ed economiche: se i nomi di Stradivari e di Amati sono infatti conosciuti da tutti, sono invece solo pochissimi gli artefici contemporanei a godere di notorietà e fama.

Se ne dovrebbe dedurre”, ha scritto Renato Meucci in un recente articolo “che l’abilità costruttiva in tale illustre settore dell’artigianato artistico sia rimasta retaggio esclusivo del passato, e che tale rinomato campo artigianale abbia perso del tutto al giorno d’oggi le capacità e qualità professionali un tempo così abituali. Ma allora per chi operano attualmente le migliaia di liutai sparsi in tutto il mondo e dediti alla produzione di violini, viole, violoncelli e contrabbassi? Forse i loro prodotti sono destinati a principianti o a professionisti di discreto talento, mentre gli strumenti del passato sono appannaggio esclusivo destinato ai più celebri concertisti?”.

Dibattere in merito al futuro della liuteria contemporanea significa interrogarsi su una serie di temi di grande attualità e rilevanza: alta artigianalità, trasmissione del savoir-faire, competizione globale, nuovi mercati, tutela della proprietà intellettuale, collezionismo, eccellenza contemporanea. “Esistono in Italia almeno una quindicina di maestri le cui opere meritano a mio avviso di essere accolte nell’empireo contemporaneo della liuteria, mentre decine e forse centinaia di altri operano all’estero” ha scritto a questo proposito Renato Meucci.

Aprendo una prospettiva interessante: “L’edizione 2006 del celebre Premio Paganini di Genova, destinato a premiare i migliori violinisti del mondo, ha consacrato come vincitore assoluto uno strabiliante virtuoso cinese: l’allora 25enne Feng Ning, il quale, lungi dal vantare il possesso di uno strumento antico e dal nome altisonante, si è presentato alla giuria e al pubblico con un violino realizzato qualche tempo prima da Stefan- Peter Greiner, un giovane liutaio tedesco i cui eccellenti manufatti sono venduti a un prezzo pressapoco corrispondente a quello di una comune utilitaria. La vittoria di Feng ha fatto sì che un mito sia stato per la prima volta incrinato platealmente davanti a un vasto pubblico internazionale. E di questa incrinatura, senza nulla togliere alla grandezza e allo splendore dei secoli passati, dovrebbero far tesoro i giovani violinisti e, insieme a loro, i migliori liutai dei nostri giorni. Con benefici davvero incalcolabili per tutti”.

La pubblicazione del volume e la tavola rotonda sono resi possibili dal prezioso contributo di Banca BSI, da sempre attiva nel mecenatismo culturale con particolare attenzione al mondo della musica, dell'arte contemporanea e dei mestieri d'arte di eccellenza.