A Milazzo, sulla costa settentrionale della Sicilia, il laboratorio d’arte dei coniugi Previtera Pracanica si dedica da oltre quarant’anni alla creazione di immagini sacre e di opere in cartapesta, oltre alla produzione artigianale di oggetti d’arredo e al restauro di opere lignee.

Più di tutto li contraddistingue la produzione di maschere in cuoio che rievocano personaggi mitici come Ulisse, Omero e guerrieri normanni e che attraversano l’Europa per farsi apprezzare al Salon Art Shopping, nella vitale cornice del Carrousel du Louvre.

Com’è nato il vostro laboratorio?

Sin da giovani, entrambi avevamo le idee chiare su che cosa ci sarebbe piaciuto fare e prestissimo abbiamo fondato la nostra bottega. A fornirci l’ispirazione è stato un nostro zio, che ci ha sollecitati a riprendere una grande attività artigianale, come quella della lavorazione del cuoio, svolta dai nostri antenati sin dall’inizio dell’Ottocento.

Che tipo di formazione avete avuto?

Erano gli inizi degli anni '70: Gina aveva già conseguito il titolo di Maestra d'Arte presso la Scuola d'Arte di Milazzo e io avevo completato gli studi presso l'Université de Lausanne. Insieme abbiamo approfondito il nostro sapere frequentando un'Accademia d'Arte Drammatica, una Scuola di Mimo, un’Accademia di Belle Arti e il laboratorio di diversi artisti e restauratori conosciuti sia in Italia sia in Europa. La nostra formazione è stata caratterizzata sin dall'inizio, oltre che dalla frequentazione di accademie d'arte, anche dalla pratica giornaliera presso gli atelier degli artisti.

La nostra formazione è stata caratterizzata sin dall'inizio, oltre che dalla frequentazione di accademie d'arte, anche dalla pratica giornaliera presso gli atelier degli artisti.

Qual è il rapporto tra le vostre opere e il territorio?

Abbiamo insistito molto per instaurare un rapporto con il territorio. Ci sembra, tramite la vastissima gamma di opere prodotte, di esserci riusciti: è stato detto che nelle nostre opere rivive l'immaginario popolare della nostra isola. Per qualche tempo, siamo riusciti a portare avanti due centri studi: uno presso il Castello di Milazzo e uno a Montalbano Elicona, oltre a dei corsi finanziati dalla Comunità Europea. Per rafforzare il legame con la tradizione siciliana, e in particolare con quella storica dei cuntastori, stiamo creando una serie di spettacoli aventi come protagonisti attori e mimi che indossano le nostre maschere e che si muovono come i pupi siciliani. Ormai però ci conoscono anche fuori dalla Sicilia, tant'è vero che le nostre maschere si trovano esposte presso il Museo Internazionale della Maschera “Amleto e Donato Sartori” ad Abano Terme.

Che tipo di clientela avete?

Abbiamo una vastissima clientela che ci ha accompagnato per oltre quarant'anni. Nel nostro territorio abbiamo lavorato sempre moltissimo. Abbiamo inoltre ricevuto apprezzamenti sia a livello nazionale che internazionale.

Pensate che i ragazzi di oggi possano essere interessati a intraprendere un mestiere come il vostro?

Sì, infatti stiamo cercando una cooperwazione con l’amministrazione locale per organizzare insieme eventi finalizzati al coinvolgimento dei ragazzi, che vanno sempre stimolati e indirizzati all'amore per il fare. I corsi da noi organizzati toccano diversi aspetti della nostra cultura: ci occupiamo da anni del riciclo di materiali con i quali abbiamo realizzato splendide opere e realizziamo dipinti su tavola seguendo antichissime tecniche di lavorazione e ispirandoci al canone compositivo greco-bizantino.

Qual è la prospettiva di un mestiere d’arte come il vostro in Sicilia?

Oggi, dopo anni di sacrifici e di appassionato lavoro ci rendiamo conto che con le nostre iniziative stiamo mettendo in collegamento la realtà siciliana e i giovani con i luoghi più avanzati dell'arte e dell'artigianato nel mondo. La nostra Associazione sta organizzando dei corsi per i giovani e contribuirà all’istituzione di un Museo Internazionale della Maschera, al quale noi daremo un importante apporto con le nostre opere. Altre associazioni, inoltre, si stanno muovendo per organizzarci delle interessanti mostre nei più bei castelli della Sicilia.

Le istituzioni tutelano questo tipo di attività?

Sino ad oggi abbiamo dovuto far tutto da soli con grandi difficoltà. Tuttavia l'interesse per le nostre attività è riscontrabile: nel corso dell'ultima esposizione presso il Monte di Pietà di Messina, organizzata dalla Provincia di Messina alcuni critici hanno riconosciuto che siamo stati in grado di inventare un linguaggio nuovo.