La bottega Re Ottavio, fondata nel 1935, è stata rilevata nel 1973 da Emanuele Coletto, che già vi lavorava come dipendente dal 1949.

A Emanuele è subentrato il figlio Sergio che, appresi i segreti del mestiere, realizza insieme ai suoi collaboratori bottoni e cinture pregiate, con tecniche e strumenti tradizionali.
Fin dall'anno della fondazione questa bottega, situata in via Bagutta al centro del famoso Quadrilatero della moda, continua a svolgere un'attività artigianale ormai rara: la realizzazione di cinture e in particolare di bottoni, di tutte le forme e materiali, creati secondo l'estro degli artigiani, o realizzati su richiesta del cliente. Tutto è comunque realizzato e confezionato rigorosamente a mano nel laboratorio attiguo allo showroom.

Chi l'ha spinta a diventare maestro d'arte?

È stata la mia famiglia ad avere un ruolo basilare, che ha fatto di me un artigiano. La mia formazione è infatti avvenuta direttamente sul campo, andando in bottega a imparare; anche perché non esistono scuole per questo mestiere.

La mia formazione è infatti avvenuta direttamente sul campo, andando in bottega a imparare; anche perché non esistono scuole per questo mestiere.

Qual'è il rapporto della bottega con Milano e il sistema moda?

La posizione centrale per noi è fondamentale, perché la nostra clientela è la stessa che gira qui all'interno del Quadrilatero della Moda. Inoltre collaboriamo con alcuni grandi stilisti e riforniamo alcune sartorie storiche.

Qual'è la tipologia della vostra clientela?

I miei clienti sono soprattutto italiani, anche se non mancano gli stranieri. In Italia esiste ancora una certa cultura per la qualità, mentre gli stranieri, in particolare russi e arabi (parlo di loro in special modo perché in questo momento storico sono quelli che hanno maggior poter d'acquisto) interessa più il brand. Inoltre una volta avevo tra i miei clienti molti giapponesi, mentre ora non più.

Come percepisce il ruolo delle istituzioni nella gestione, promozione e protezione dei mestieri d'arte?

Non siamo minimamente tutelati né tantomeno "valorizzati" dalle istituzioni. L'unica attività promossa dal Comune di Milano è stata quella di redigere dei volumi che contenessero la storia di tutte le "Botteghe Storiche di Milano" artigiane e non. E' stata una buona iniziativa da cui poteva nascere qualche bel progetto di promozione a più ampio spettro; ma purtroppo non ha avuto seguito e i volumi sono stati donati solo alle botteghe conferite di tale nomea e a pochi addetti ai lavori; nessuna pubblicazione o vendita. E' inoltre difficile reperire materie prime buone perché stanno chiudendo i fornitori; si sta riducendo l'offerta.